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Ruminazione: un’abitudine che usata in modo eccessivo diventa problematica

La RFCBT (Terapia Cognitivo Comportamentale Focalizzata sulla Ruminazione per la Depressione) pone al centro del trattamento la ruminazione perché la considerata causa e mantenimento della depressione.

Perché è importante occuparsi della ruminazione?

E’ importante perché la ruminazione spesso rimane come sintomo residuo della depressione e costituisce dunque un sintomo prodromico per un nuovo episodio depressivo.

Inoltre la ruminazione risulta comune a numerose situazioni patologiche come la depressione, il disturbo d’ansia generalizzata, i disturbi alimentari e il disturbo d’ansia sociale. Occuparsi quindi di questa tendenza disfunzionale permette di dare sollievo a più situazioni problematiche che spesso si presentano in comorbidità.

Per ruminazione (che qualcuno distingue dal rimuginio e qualcuno no, sostanzialmente molto simili) si intende pensare in modo ripetitivo e frequente ai propri sintomi, problemi, aspetti negativi del Sè, alle loro cause e possibili conseguenze.

In realtà la ruminazione è un tentativo comune di risolvere i nostri problemi o cercare di capire qualcosa che sembra non avere senso. Ma può bloccare la mente se mira a soluzioni idealizzate o al di fuori delle nostre possibilità. Idem se puntiamo a obiettivi poco definiti e a lunga scadenza e ci lasciamo andare a riflessioni astratte e valutative.

La ruminazione patologica viene concepita dalla RFCBT come un’abitudine creatasi per una qualche necessità, rinforzata e mai più abbandonata (ad es. un bambino di genitori ipercritici avrà frequentemente pensato tra sé e sé quali comportamenti avere per evitare le critiche dei genitori).

Come tutte le abitudini è automatica, quindi può innescarsi inconsapevolmente, ed è condizionata dagli stimoli che la precedono. Questi possono essere legati al contesto o alla persona stessa es. il luogo dove si trova, le persone presenti, un pensiero o uno stato d’animo, ecc. .

La ruminazione porta all’evitamento infatti permette di evitare di confrontarsi con la realtà problematica salvando da possibili esperienze di fallimento e umiliazione.

Dopo una prima fase di valutazione, volta a rendere la persona consapevole del proprio stile cognitivo disfunzionale, la RFCBT le insegna a modificarlo e a ridurre i comportamenti di evitamento che ne limitano la vita.

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