Posto al Sicuro: una tecnica immaginativa nel proprio kit dello star bene
Notoriamente la vita non fa sconti quando si parla di difficoltà, inoltre più il tempo passa e più le cose si complicano.
Siamo esseri umani e in quanto tali esposti a traumi più o meno gravi, sofferenze più o meno sentite, ostacoli più o meno alti.
Per questo ognuno di noi dovrebbe metaforicamente crearsi un kit dove tenere tutti i modi e le tecniche che sa essergli utili a farlo tornare a uno stato di calma. A me piace chiamarlo kit dello star bene anche se ci sono situazioni in cui anche solo recuperare la capacità di respirare regolarmente è quanto di più si può chiedere.
Io stessa ho allestito il mio personale kit che ovviamente è in continua revisione, infatti qualche modalità può smettere di funzionare e venir lasciata in disparte oppure nuove modalità si possono aggiungere.
In psicoterapia il kit dello star bene è una delle cose su cui si cerca di lavorare per poterselo poi ritrovare come risorsa durante il percorso.
Cosa mettere in questo kit? Il contenuto è altamente soggettivo ed è tutto quello che ci può riavvicinare a uno stato di calma e tranquillità, ossia che ci fa star bene, per esempio: un oggetto che ci ricorda un momento felice, una canzone, un’attività come il disegnare o cucinare, ecc. Ovviamente quando ragioniamo su cosa ci fa stare bene dobbiamo evitare soluzioni nocive nel medio-lungo tempo, per esempio se la cioccolata mi fa stare bene e ne mangio un chilo al giorno la mia salute ne risentirà.
Tra le tecniche che possiamo mettere nel kit c’è il Posto al Sicuro.
Il posto al sicuro viene usato in vari approcci terapeutici.
E’una tecnica immaginativa, per alcuni all’inizio risulta più difficile da usare che per altri ma come per le altre attività con la pratica diventa agevolmente accessibile.
Per il suo apprendimento serve fare pratica in un luogo tranquillo ma una volta acquisita la possiamo usare ovunque proprio perché è a livello di immagini: in fila alla cassa del supermercato, sull’autobus, al ristorante, ecc.
Come fare?
- Sediamoci in una stanza dove possiamo prenderci qualche minuto di tranquillità.
- Concentriamoci sul nostro respiro in modo da portarlo a un ritmo calmo e regolare.
- Pensiamo poi a un posto reale o di fantasia che ci trasmetta una sensazione di calma e tranquillità, nel quale ci sentiamo al sicuro.
- A questo punto cerchiamo di percepirlo concentrandoci su più canali sensoriali: quello che vediamo, quello che sentiamo a livello tattile, quello che udiamo, quello che odoriamo.
- Soprattutto dobbiamo prestare attenzione e sentire la sensazione di sicurezza.
Più riusciamo ad arricchire a livello di percezioni il nostro luogo al sicuro più riusciamo a farlo nostro. Non è un qualcosa di immediato ma l’esercizio ci permette di renderlo tale.
A questo punto ogni volta che saremo agitati o avremo bisogno di una pausa dalla tensione quotidiana potremo richiamare l’immagine del nostro posto al sicuro e questo potrà aiutare il corpo e la mente a calmarsi.
In generale si deve ricordare che nessuna risorsa è in assoluto e sempre utile e funzionante. Infatti ci sono momenti in cui una determinata risorsa funziona, altri in cui è utile venga integrata con altre risorse, altri ancora in cui pare inefficace. Le persone cambiano, con loro cambia il loro funzionamento e quello che le fa star bene. Per questo il contenuto del nostro personale kit dello star bene va continuamente aggiornato.